Si tornerà?

Quarantena… Per alcuni sarà un supplizio per altri una delizia.
Per chi sta bene da solo è il momento di dedicarsi un po’ a se stesso.
Di leggere quei libri che avete sul comodino e vi guardano con occhi gravidi di attesa, di riordinare gli armadi e di buttare via un po’ di cianfrusaglie che piano vi soffocavano, di mettere a posto le idee e gli archivi della memoria.

Torna un lusso che tanti avevano auspicato, riflettere pensare e vivere con meno pretese. Scomparso il mio caffettino della mattina le quattro chiacchiere con i baristi…

Si ridelimitano le relazioni umane si capisce l’importanza di guardarsi negli occhi e di ascoltare il corpo dell’altro, mancano le sfumature del linguaggio corporeo, tanto care a noi italiani.

Come fotografi è il momento di dedicarsi all’archivio, di ordinarlo e di trovare dei momenti di aggregazione delle immagini sparse negli anni.

Per me è una manna dal cielo. Avrei voglia di uscire a fotografare la città vuota, l’architettura spettrale di questi giorni, l’assenza forzata di persone diventa una allegoria facile del nostro deserto interiore. Non ho voglia di scontrarmi con le rabbie, le paure e l’autorità che cerca di proteggerci da noi stessi e dagli altri.

Leggere studiare, chiacchierare con amici lontani, in questi momenti di attesa si scoprono le paure, i timori, la forza inaspettata di alcuni. Certo mi chiedo cosa sarà dopo. Fra qualche mese tutto ritornerà alla normalità, nel giro di 1 anno ci sarà presumibilmente un vaccino…

Si tornerà alla normalità, il mio lavoro di fotografo sarà ancora uguale? Molti avranno capito che sono più votati allo smart working, qualcuno si troverà senza lavoro, qualcun altro abbandonerà il lavoro, altri ancora si butteranno a capofitto nel tentativo di recuperare (per loro) il tempo perduto.

Ci saranno famiglie che si sfalderanno altre che si saranno più unite. Penso per un attimo a me, sarò più povero… Ma avrò scoperto che come posso fare a meno di consumare un sacco di cose così posso lavorare meno e dedicarmi di più a quello che mi piace, mentre il tempo a mia disposizione diminuisce ogni giorno. Probabilmente la mia vita di fotografo cambierà.
Certamente inizierò a selezionare i clienti, aumenterò il mio entry level di prezzo, esattamente il contrario di quello che faranno in molti. Ormai è chiaro meglio lavorare solo per progetti interessanti che hanno un senso sia per l’archivio che una valenza economica.

La tendenza poi a livello politico è quella di allontanarsi dalla DEMOCRAZIA per avvicinarsi ad una sorta di TECNOCRAZIA con l’incognita del POPULISMO…

Ci sarà molto da fare a livello di documentazione vedremo.
Non penso che io tornerò alla vita di prima.
Voi?

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With my heart broken