Rimini d’autunno
Mattino è ottobre, Rimini sonnecchia immersa nell’ultimo sbuffo della notte. Sono qui pieno di pensieri e ricordi, nuovi incontri e vecchie amicizie. Il Grand Hotel troneggia sulla spiaggia mentre il sole autunnale innonda la sabbia e una brezza fresca porta aria umida sulla mia faccia.
Incontri gioviali e allegri, mi spiegano, mi raccontano, vite che si intrecciano, dolci e delicati immagini ghirriane affiorano alla memoria mentre le note di Fabrizio accompagnano i miei passi.
In mezzo al Ponte di Tiberio mi aspetta Andrea è più piccolo e leggermente più storto, gli anni ci accarezzano gentili con la loro mano ruvida.
Rimini per noi è una passeggiata presto prima della colazione è prenderci in giro e punzecchiarci fare a gara per chi dimentica più nomi o per chi fa la citazione più colta, o trova la storia più ghiotta… Là in fondo il mare… Un uomo fischietta sull’argine del canale, con la sua sigaretta fra le labbra…
È inutile, non c'è più lavoro
Non c'è più decoro
Dio o chi per lui
Sta cercando di dividerci
Di farci del male, di farci annegare
Com'è profondo il mare
Non riesco a vederlo in faccia mentre si allontana in una nuvola di fumo acre…
Tante parole, molti pensieri…
Poi è un pullman fino a Bologna e il treno che mi accompagna a casa nel buio di una domenica di autunno.
Là lontano c’è la scuola, le lezioni i premi, le aule, i servizi fotografici di architettura altri treni, ore passate in macchina e la lunga stagione del wedding che quest’anno non finisce mai.
Gli anni scorrono dal finestrino immagini si accavallano dal mio archivio. C’è un albergo e un concierge, vecchio stile anni 50…