Maremoti, riflessioni sul ritratto
Italiano
Il ritratto è la foto di una persona che sa di essere fotografata.
(Avedon)
Sono poco interessato a quella che viene chiamata “street photography”, mi perdoneranno i cultori del genere, ma la trovo estremamente superficiale enormemente vicina al main stream, piace alla gente che piace a quelli che fingono di conoscere la fotografia ma fanno fatica ad allacciarsi le scarpe senza un tutorial su youtube.
Mi spiace enormemente per la perdita di Elliott Erwitt ma è un genere di fotografia stereotipato e semplice che “intrattiene” le menti deboli.
Sono molto più interessato alle incrinature, alle relazioni all’ascolto alla collaborazione all’approfondimento. Per questo trovo il ritratto affascinante e ricco di possibilità. Amo il progetto l’accumulo lento ma continuativo. La fotografia come atto politico come un interrogarsi sulla contemporaneità, un porsi domande, diffido per natura di chi ha tutte le risposte e non ha in saccoccia qualche laurea e premio nobel (diffido anche di quelli).
Oggi siamo immersi in un continuo flusso di mediocrità inutile e dannosa trovare qualcosa di interessante è un lavoro. La dittatura del mi piace e del non interrogarsi mai sul PERCHÈ mi piace è una delle grandi catastrofi della contemporaneità in cui ci abbandoniamo al consumo pigro e bulimico.
Usciamo a fotografare torniamo ad interrogarci, torniamo a fotografare con i perché con i ma e con i però.
The portrait is the photo of a person who knows he is being photographed.
(Avedon)
I'm not very interested in what is called "street photography", fans of the genre will forgive me, but I find it extremely superficial, enormously close to the mainstream, people like it who like those who pretend to know photography but struggle to put on their shoes without a tutorial on youtube.
I am extremely sorry for the loss of Elliott Erwitt but it is a stereotypical and simple genre of photography that "entertains" weak minds.
I am much more interested in cracks, relationships, listening, collaboration, and in-depth analysis. This is why I find the portrait fascinating and full of possibilities. I love the project and the slow but continuous accumulation. Photography as a political act as a questioning of contemporaneity, an asking of questions, I naturally distrust those who have all the answers and don't have a few degrees or Nobel prizes in their pocket (I distrust those too).
Today we are immersed in a continuous flow of useless and harmful mediocrity. Finding something interesting is a job. The dictatorship of I like it and of never asking ourselves WHY I like it is one of the great catastrophes of contemporary times in which we abandon ourselves to laziness and bulimic consumption.
Let's go out and photograph, let's go back to questioning ourselves, let's go back to photographing with the whys, the buts, and the buts.
Qui se sei interessato: Fotografo ritratto o Personal Brand