Vittore Buzzi

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Fabbriche, Uomini

Di fabbriche e di uomini

Di fabbriche e di uomini… Quando si parla di ferro, ottone, rame, cavi, acciaio prodotti fisici e non finanziari si sente la fatica, l’odore pungente della saldatrice. Le lotte di classe sono lontane nell’immaginario di un docente milanese ma forse esistono ancora.
L’orgoglio operaio, l’amore e l’odio per il mestiere per le mani, le schiene e i piedi doloranti dopo una giornata in fabbrica. 

Il lavoro cambia, robot, magazzini automatizzati niente rimane fermo, la concorrenza incessante dei paesi emergenti di una classe operaia che non ha diritti, separata da migliaia di chilometri e da leggi e governi ciechi al futuro ed ingordi di presente.
Si assottiglia la presenza umana in fabbrica, alcune di loro diventano linde: sale operatorie, intonse, nuove cattedrali della produzione, bracci meccanici che si muovono a scatti, serpenti pericolosi e freddi.
Telecamere e sensori hanno il pregio di allontanare dal metallo incandescente… Rimane il rumore assordante che ti costringe a tenere i tappi tutto il giorno, rumore che picchia dietro la fronte senza tregua.
Porterei mia figlia a fare un giro per rendersi conto per capire, per sapere per provare a comprendere cosa si cela dietro gli oggetti che usiamo quotidianamente.

Ci vuole coraggio, energia, durezza e lungimiranza a fare l’imprenditore oggi in Italia. Software misurano l’efficenza e l’efficacia, numeri percentuali ti indicano dove si può limare dove si può migliorare, cosa si può automatizzare dove una macchina è meglio di un uomo. Vecchie macchine attendono di essere cambiate. Robot impazienti e performanti sono al varco, magazzini automatizzati salvano spazio, tempo e denaro.

Cosa vuol dire Capital Intensive? Cosa rimane di noi?



English Version -

Of factories and men

Of factories and men... When we talk about iron, brass, copper, cables, steel, physical and non-financial products, we feel the fatigue and the pungent smell of the welding machine. Class struggles are far away in the imagination of a Milanese professor but perhaps they still exist. Worker pride, love, and hate the job for aching hands, backs, and feet after a day at the factory.

Work changes, robots, automated warehouses, nothing stands still, the incessant competition of the emerging countries of a working class that has no rights, separated by thousands of kilometers and by-laws and governments blind to the future and greedy for the present. The human presence in the factory dwindles, and some of them become clean: operating theatres, untouched, new cathedrals of production, mechanical arms that move jerkily, dangerous and cold snakes. Cameras and sensors have the advantage of keeping you away from incandescent metal… The deafening noise that forces you to keep the corks on all day remains a noise that beats behind the forehead without respite. I would take my daughter for a tour to realize to understand, to know to try to understand what lies behind the objects we use every day.

It takes courage, energy, hardness, and foresight to be an entrepreneur today in Italy. Software measures efficiency and effectiveness, percentage numbers show you where you can file, where you can improve, what you can automate, and where a machine is better than a man. Old machines are waiting to be changed. Impatient and performing robots are at the gate, automated warehouses save space, time, and money.

What does Capital Intensive mean? What remains of us?

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