Vittore Buzzi

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Cinema Aurora

Isola del Gran Sasso.

Notti insonni a scegliere i film, le attese per le pizze in metallo pesanti, il programmi estivi con qualche blockbuster pagato con l’angoscia di fare cassetta sporcando i programmi culturali. Era la sala del paese, un punto di orgoglio una manifestazione di autonomia, autonomia dalla città da un mondo là fuori che corre sbuffa e ingurgita tutto.

Il Cinema Aurora, sogno di un visionario che voleva portare il vento fresco della contemporaneità, l’afflato creatore del cinema.

Quanti amori sono nati in quella sala buia con il cuore in gola.

Poi l’oblio, prima le videocassette, poi i DVD ora lo streaming, se ne va una fetta di condivisione di democrazia, lo spazio pubblico si perde nel privato di uno schermo, nella solitudine dell’acquisto compulsivo. Chissà se ci fossimo opposti.

Nel sole del mattino il Cinema Aurora brilla ancora fino a quando non verrà trasformato in un AirBandB magari mantenendo qualche ricordo della vecchia destinazione d’uso. Sarebbe bello che rimanesse la memoria.

È uno scatto pieno d'amore e malinconia. Il mondo cambia, e rimangono tracce (per un po') di questo cambiamento. La fotografia ci regala la possibilità di riflettere e ricordare, di pensare il presente e di immaginare il futuro. Un ponte lanciato fra le persone, fra i tempi della nostra vita.

Il fotografo consapevole (a questo punto quando insegno fotografia: alla consapevolezza) lo sa. Non fotografo per lamentarmi del presente e erigere inni ad un passato che non è mai esistito ad una età dell’oro che è solo mito e poca sostanza… Si stava meglio quando si stava peggio…

Questo fa una buona foto, non c’è solo composizione, colore, luci, ombre ma contenuto. Una immagine che è documento della trasformazione, per comprendere ed accettare e provare a progettare un futuro. Una immagine che attira e fa pensare, che ammalia e si fa amare.

Oggi il mondo della fotografia è in grande fermento, pubblicazioni, premi, gallerie, musei… Questo allargamento fa si che molti ragazzi pensino che ci siano delle possibilità di lavoro e di costruzione di una vita intorno alla fotografia autoriale, di ricerca e di documentazione. C’è uno spazio indubbiamente ma questo spazio non è in grado di accogliere tutti. Serve studio, applicazione e costanza, molta costanza. Produrre contenuti in fotografia è questo dedicare del tempo alla creatività. Deve diventare un piacere non una fatica. Deve far parte del processo di vita.

Come probabilmente la fotografia commerciale farà parte delle vostre giornate, ma anche da questo si nutre la mente di un fotografo. Quando faccio ritratti ho l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con artisti, liberi professionisti, amministratori delegati, gente comune, è una finestra aperta sul mondo un punto di osservazione privilegiato.

English Version

Isola del Gran Sasso

Sleepless nights to choose the movies, the waits for heavy metal pizzas, the summer programs with some blockbusters paid with a heart in the throat.

It was the town hall, a point of pride, a manifestation of autonomy, autonomy from the city from a world out there that runs snorts and swallows everything.

Cinema Aurora, the dream of a visionary who wanted to bring the fresh wind of contemporaneity, the inspiration creator of cinema.

How many love stories have been born in that dark room with my heart in my mouth.

Then oblivion, first the videotapes, then the DVDs, now the streaming, a slice of democracy sharing goes away, the public space is lost in the privacy of a screen, in the solitude of compulsive buying. Who knows if we were opposed.

In the morning sun, the Aurora Cinema still shines until it is transformed into an AirBandB, perhaps keeping some memories of the old intended use. It would be nice if the memory remained.

It is a shot full of love and melancholy. The world changes, and traces remain (for a while) of this change. Photography gives us the opportunity to reflect and remember, to think about the present and to imagine the future. A bridge launched between people, between the times of our life.

The conscious photographer (at this point I want to take you when I teach photography: to awareness) knows this. I don't photograph to complain about the present and erect hymns to a past that never existed at a golden age that is only myth and little substance ... It was better when it was worse ...

This makes a good photo, there is not only composition, color, lights, and shadows but content. An image that is a document of transformation, to understand and accept and try to plan a future. An image that attracts and makes you think, that charms and makes you love.

Today the world of photography is in great turmoil, publications, awards, galleries, museums… This enlargement makes many young people think that there are opportunities for work and for building a life around authorial, research, and documentation photography. There is undoubtedly a space but this space is not able to accommodate everyone. It takes study, application, and constancy, a lot of constancy. Producing content in photography is this dedicating time to creativity. It must become a pleasure, not a chore. It has to be part of the life process.

As probably commercial photography will be part of your days, but this also feeds the mind of a photographer. When I take portraits I have the opportunity to chat with artists, freelancers, CEOs, and ordinary people, it is an open window into the world and a privileged observation point.