Vittore Buzzi

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Myanmar - Echi di storie lontane

Birmania

Aung San Suu Kyi arrestata in Myanmar...
La notizia rimbalza ormai su tutte le agenzie internazionali. I militari, che nel 2011 avevano piano lasciato via libera ad una timida democrazia, piena di problemi economici e marchiata da una semi amnistia totale per i crimini commessi, erano stati pesantemente sconfitti nelle elezioni del 2012 prima e del 2015 poi.
Con un apparato pubblico costoso e poco efficiente con la terribile questione dei Rohingya, massacrati e discriminati in quello che ha i drammatici tratti di un genocidio, il paese è sempre stato in un equilibrio economico e politico precario. La giunta militare, silente, era sempre presente, ora capiremo se era solo una maschera.
Vero è che il paese è terribilmente cambiato negli ultimi quindici anni con Yangon che si è trasformata in una megalapoli asiatica mentre la capitale Naypyidaw (costruita di punto i bianco nel 2002) rimane una vera cattedrale nel deserto.
I prezzi sono schizzati e il Myanmar, largamente dipendente dalle risorse naturali (petrolio e gas) e dal turismo, si è trasformato da socialista a capitalista con tanta povera gente schiacciata dal nuovo sistema economico. Gli apparati sanitari e scolastici erano gravemente deficitari e non in grado di soddisfare le esigenze della popolazione.Il COVID ha interrotto il flusso turistico ha costretto centinaia di migliaia di persone a tornare ai villaggi di origine abbandonando le proprie vite e perdendo, quasi completamente, i piccoli patrimoni accumulati. Terra fertile e dura, spesso etichettata frettolosamente come una specie di eden asiatico dimenticato da turisti superficiali si trova ad affrontare tutte le problematiche della modernità. Ho avuto l'occasione di viaggiare in lungo e in largo beneficiando di alcuni permessi speciali richiesti dalla etnia Pao in mio favore il mio fixer si era trasformato in un piccolo imprenditore specializzato in viaggi fotografici per ricchi cinesi e per giornalisti europei in incognito (non era permesso ai giornalisti recarsi per lavoro in Birmania). Per fortuna da qualche mese era tornato alla casa di famiglia sulle montagne.Impossibile contattare gli amici lontani, cui va un pensiero di solidarietà. Forse vedremo che accade. Rimane la triste realtà che i regimi e le guerre hanno approfittato di questa pandemia per rafforzare la propria presa sugli angoli dimenticati del mondo. Parte una nuova settimana.Il sole sorge ancora su un mondo che sembra fermo ma è in fermento.
Ho viaggiato e fotografato per il mondo, un mondo che sembrava ormai piccolo ma che era la mia casa. Oggi non mi sento più così accolto come una volta.Invecchio, forse, o forse siamo diventati tutti più lontani, distanti come esseri umani.
Qui le ultime notizie di quello che sembra essere un colpo di stato: NYT su Myanmar
Come molti di voi sanno ho vinto un World Press Photo in Birmania.
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