Guardare il mondo
L’atto del fotografare è un atto complesso che porta con sé un approccio al mondo.
Ci sono tante componenti diverse:
si fotografa per appropriarsi di qualcosa
si fotografa per ricordare
si fotografa per archiviare / catalogare
si fotografa per mostrare
si fotografa per scoprire
si fotografa per accettare
si fotografa per modificare
si fotografa per rappresentare
si fotografa per piacere
si fotografa per contemplare
si fotografare per controllare
di fotografa per ammansire l’ansia
Spesso seguo un progetto o una idea quando mi appresto allo scatto ma c’è quasi sempre qualcosa che mi attira dal reale, che mi richiama, mi risucchia in maniera inesorabile.
Avendo frequentato paesi esotici e situazioni fuori dalla norma per tanti anni so bene come stupire l’osservatore, conosco il piacere dell’attimo congelato dell’incontro inatteso dello scambio lungo i sentieri del mondo.
E’ però un po’ di tempo che la mia fotografia si è trasformata in contemplazione nello stupore di sentire lo straordinario nell’ordinario, nel dozzinale nella normalità più agghiacciante.
Lì nella Brianza profonda mi commuovo per un albero piantato fra fredde e lisce piastrelle, per una aiuola che stenta nello spartitraffico o per un lampione in cemento pronto a superare indenne un olocausto nucleare, già sopravvissuto al suo ideatore…
La fotografia mi dà l’occasione di contemplare il mondo di accettarlo nella sua bizzarria di celebrarne la bellezza… Ogni foto è un piccolo orgasmo di gioia.
Vorrei pensare che lo capissero molte municipalità e che con loro si potesse iniziare a lavorare ad una catalogazione del territorio…
Piccole fantasie di fotografo felice…
Oggi guardo il mondo mentre la macchina corre veloce sulla statale, guida una amica bionda immersa nei suoi pensieri, siamo così vicini ambedue persi nei nostri sguardi, uno volto ad un passato che non c’è più, smarrito, volatilizzato, andato, l’altro tutto intento a godere del presente…
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