La fotografia è morta, lunga vita alla fotografia.

La fotografia non è morta, ovviamente, anzi è vispa e vegeta per essere una arzilla vecchietta di quasi 194 anni…
Mostre, festival, esibizioni, libri bellissimi e, sigh, carissimi non sono che il sintomo di una vitalità inaspettata per tutti gli iettatori che periodicamente la danno per spacciata…

Anche fra i fotografi ne rimangono sempre meno, mentre lo stuolo degli aspiranti (tra l’altro molto, molto talentuosi) si allarga sempre più…

Cosa stiamo guardando? Cosa stiamo fotografando? Oggi ho come l’impressione che ci siano dei condizionamenti visivi imperanti che ingabbiano le visioni.
Molte produzioni sono assemblaggi, intelligenti e capaci di operazioni e di rappresentazioni del reale…

Tutto nel contemporaneo diventa un cliché, i nuovi mezzi democraticizzano le visioni ma aumentano la velocità di metabolizzazione e digestione della novità…

Infine si apre la grande discussione sulla cultura visiva delle nuove generazioni, pronte ad utilizzare i mezzi, le tecniche, le immagini ma molto povere di preparazione…

Allora? non ci resta che sederci a guardare e tenere bene aperti gli occhi…
Tutto sta per accadere nuovamente o meglio vecchiamente ma assemblato e mescolato in maniera diversa… GLi ingredienti sono sempre gli stessi ormai… I risultati no…

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Sugli stereotipi...

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