Vittore Buzzi

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Delhi...

Novembre, brezza fredda dallo Yamuna… Nebbiolina che entra nelle ossa… Delhi, cambia, cresce, qui affluiscono i soldi delle tasse… E’ una lanterna che attira i piccoli animali nella notte. Persone in cerca di se… Sradicati dai campi…

Saurabh arriva da Barodia un paesino, quattro case di fango vicino a Banswara terreno una volta fertile avvelenato piano dall’acqua malata del Mahi…
“Ho le ossa spezzate. Il campo non c’è più. Sopravvivo qua… Papà non capisce bene. Ho perso tutto rimane niente solo le mani per chiedere l’elemosina” mi dice suo figlio Bhawani, “Sto provando a cercare qualcosa nelle fabbriche di Faridabad… Delhi ha una grande pancia ormai ci ha mangiati…”

L’India corre sbuffa è il progresso, l’urlo silenzioso dei soldi che passano di mano, il miliardo di schiavi che sopporta in silenzio ma che poi vota… Tanti, tanti problemi di un paese immenso che marcia verso un progresso diffcile pieno di sfide ed incertezze….

Forse tornerò chiamato dal capitale, che paga per me, per i miei sogni per le mie macchine fotografiche…
In fondo non si vive per rimanere a casa… O no?